Una persona su due soffre di cefalea. Il 15% degli adulti e il 9,2% di bambini deve fare i conti con la forma più invalidante: la cosiddetta emicrania. Solo nel nostro paese ne sono affette 5 milioni di persone anche se sono le donne a soffrirne. Diventa prevalente nel sesso femminile a partire dall’adolescenza fino alla menopausa (18% di donne emicraniche contro il 6% di uomini). La maggiore incidenza è da attribuire al ruolo degli ormoni femminili, in particolare degli estrogeni, nei meccanismi che scatenano gli attacchi di emicrania. Nei casi più gravi è invalidante, tanto che in Italia la perdita di giornate lavorative legate a questa patologia ha un costo di 20 milioni di euro. Quella cronica, caratterizzata da un dolore che si protrae per più di 15 giorni al mese e che si associa a un alto consumo di analgesici, colpisce circa 1-2% della popolazione generale. Ad aiutare le donne che soffrono di questa patologie viene in soccorso l’impiego della tossina botulinica di tipo A, unico farmaco oggi approvato che riesce a ridurre il periodo di disturbo per oltre la metà del tempo. (Continua a leggere dopo la foto)
“La tossina botulinica di tipo A (Onabotulinumtoxin A) è stata approvata qualche anno fa ed è disponibile in commercio con le indicazioni per l’emicrania cronica – spiega Cristina Tassorelli, professore associato di Neurologia dell’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze neurologiche del comportamento durante l’incontro ‘Gestione dell’emicrania cronica: trattare prima per ridurre il peso della malattia’, organizzato da Allergan alla Casa del Cinema a Roma. – . È un farmaco che ha diversi vantaggi perché non si prende per bocca ma viene somministrato con delle piccole punturine a livello della fronte, muscoli delle tempie, muscoli posteriori e del collo e il trattamento va fatto ogni 12 settimane. Inoltre, al di là dell’efficacia dimostrata in studi clinici controllati, è molto ben tollerato”. (Continua a leggere dopo la foto)
Durante l’incontro è stato quindi spiegato il percorso che il paziente affetto da emicrania cronica deve affrontare. “Il primo passo è parlare con il medico di medicina generale ed evitare di addentrarsi nel mondo del web dove si trovano soluzioni improbabili – ha spiegato il dottor Pietro Barbanti dell’ospedale San Raffaele di Milano – Poi deve necessariamente rivolgersi a un centro specializzato. L’Italia è uno dei Paesi all’avanguardia nel mondo nella ricerca e cura del mal di testa e i centri di riferimento per l’emicrania sono moltissimi. Lì il paziente può essere trattato e seguito in maniera adeguata, anche per tutte le altre situazioni affiancano il mal di testa e che l’hanno cronicizzato”.