È capitato a chiunque si sia messo a dieta: perdere peso dopo settimane lunghissime di sacrifici e riprendere i chili persi non appena si torna a mangiare “normalmente”. È il famoso “effetto yo-yo“. I motivi sono sia fisiologici che comportamentali. La maggior parte delle diete tende a ridurre solo la massa muscolare, lasciando inalterato il grasso corporeo, e questo rallenta il metabolismo. L’organismo finisce per bruciare più lentamente le calorie che si ingeriscono e così facilmente si torna a ingrassare. Da uno studio condotto dall’Università di Copenhagen emerge che per evitare di riprendere i chili persi bisognerebbe seguire un nuovo regime alimentare per almeno 12 mesi, ovvero il periodo di tempo che il nostro corpo necessita per abituarsi al cambiamento e a stabilizzare il senso di fame. Quando si perde peso entrano in azione due ormoni: il GLP-1 che riduce l’appetito e la grelina, ovvero l’ormone della fame. La prima regola è non saltare uno dei tre pasti fondamentali: colazione (abbondante), pranzo e cena (leggera) devono essere rispettati ed essere regolari. Anzi, il segreto per mantenere gli effetti di una dieta è quello di spezzare la fame più regolarmente, aggiungendo uno spuntino a metà mattina e una merenda. (Continua a leggere dopo la foto)
Naturalmente, scegliendo gli alimenti giusti: uno yogurt, un frutto, 2 fette biscottate integrali e carote, sedano e finocchio a volontà. Evitare condimenti come burro, strutto e privilegiare una cottura a vapore, al cartoccio o alla griglia consente di risparmiare sui grassi usati nella preparazione. Ottimo, ma in piccole quantità, l’olio extravergine di oliva. È buona abitudine infine tenere un diario, scrivendo ogni giorno quello che si è mangiato.
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Secondo, evitate di mangiare i carboidrati da soli. Questa regola fa parte della dieta B Factor della nutrizionista Samantha Biale. Abbinarli a proteine e grassi consente di tenere sotto controllo l’indice glicemico, ovvero l’assorbimento del cibo sotto forma di energia. Con un indice glicemico basso, il corpo può usare gli zuccheri necessari senza trasformare quelli in eccesso in grasso di deposito. Insomma, mangiare una pasta al tonno con olio d’oliva è meglio di una pasta in bianco.